sábado, 3 de mayo de 2014

La neve a Gaza

Credo fu Goethe, alla fine di una lunga lettera di 10 pagine, che chiese scusa all'amico destinatario giustificandosi di non aver potuto essere piú conciso per mancanza di tempo: non ne aveva a sufficienza per sintetizzare.

 La neve a Gaza è un libro breve, intenso, che racconta di un mondo che dovrebbe pesare nelle nostre coscienze come il mercurio. Essere brevi e dire tanto è un pregio, anche se chi legge, quando il libro vale la pena, vorrebbe piú parole, più dettagli, aneddoti, storie passate. Futuro.

Peró poi ti fermi a ripensare a ció che hai letto, ripercorri le pagine del libro, ti fermi a riassaporare certi passaggi, cerchi di visualizzare la storia. Vedi che è un paesaggio armonioso e complesso, dipinto in un unico cuadro. Ti rendi conto che il sapore intenso di quelle pagine è un valore che è opportuno sottolineare.

Vincenzo Soddu dice nel suo blog che ama cucinare.
Anche a me piace cucinare e paragonare le esperienze che fanno crescere e i buoni risultati con quelli dei fornelli. Un buon piatto nasce da una riuscita mescolanza di ingredienti grazie alla maestría del cuoco. La base del piatto è un sentore di spezie, raccolte in una terra dura, dove i peggiori istinti dell’essere umano le irrigano con generosa profusione di ingiustizie. Nonostante tutto fioriscono. È straordinaria la capacitá degli uomini di provocare sofferenze. Di dimenticare quello che hanno sofferto. Restiamo umani diceva Vittorio Arrigoni. Intriso di quell’ottimismo nella essenza della specie, che lo ha portato alla morte.
Karim, il protagonista de La neve a Gaza è anche lui un ottimista. Come, in altro modo, potrebbe imbarcarsi nella follia che costituisce il nodo del racconto?
Ecco un altro ingrediente ben dosato in questa storia, tutti i personaggi che vi appaiono lasciano un sapore netto nel libro. L’Autore con poche frasi riesce a farci sentire quasi il loro respiro, il borbottío dei loro pensieri. Ció che hanno perso e ció che vorrebbero trovare.
Non c’è dubbio che l’ambiente in cui si svolge la vicenda è un altro ingrediente importante per il risultato finale del piatto. Chi conosce quei luoghi e quegli spazi potrá arricchire la degustazione con le reminiscenze della memoria.
Chi non li conosce perderá qualcosa, ma non il ruvido tatto della tela forte che mantiene la temperatura del piatto.
La neve a Gaza potrebbe essere una Panada di agnello, la scoperchi e senti immediatamente il profumo della carne e delle verdure e quando porti la prima forchettata alla bocca hai bisogno di arrivare sino alla fine e di fare il bis.

Un bel libro. Grazie Vincenzo Soddu.

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